Se i vincenti fossero simpatici sarebbero soltanto dei mediocri.
Chi vince si porta dietro le invidie, le gelosie, gli attacchi e le teorie del complotto. È la natura umana.
” Chi vince festeggia, chi perde spiega ” dice Julio Velasco.
“Siete i campioni del Nord Africa, l’unità d’Italia non è mai avvenuta” fu scritto ai Napoletani campioni d’Italia nell’ 87.
Massimo Troisi in una celebre intervista con Gianni Minà, ridicolizza il razzista e l’invidioso.
I vincitori ed i vincenti sono “antipatici” sempre. Lo devono essere. Guai venisse a mancare la faccia “cattiva” ed antipatica dell’antagonista, finirebbe anche il bel ruolo del buono.
Il buono, il brutto ed il cattivo.
Devono innescare le sensazioni dei bassifondi del barile.
Accendere la miccia più animalesca della natura umana.
La frustrazione di chi non conosce desiderio ed ambizione e vomita invidia.
Mourinho è un vincitore ed un vincente.
Lo è per “tituli” come disse riferendosi alla Juventus, lo è per tecnica, per legami, per capacità umane e di Spogliatoio.
Il bacio in fronte scambiato con Stankovic in Sampdoria-Roma è testimonianza di legami profondi tra Uomini.
È riflessione di molti suoi atleti. Mourinho è un unicum.
Lo è non si discute.
Lo è per il personaggio che si è dipinto, lo è per la capacità di portar sulle spalle il peso tipico dei Responsabili.
Non è un caso se arriva a Roma, rilancia e si rilancia, porta un trofeo a se stesso ed alla città.
Mourinho è un unicum poche chiacchiere.
Se riesci ad essere sulla cresta dell’onda per 25 anni e chi ti ascolta ti segue, vuol dire che sei un campione.
Essere attuale a distanza di 25 anni è da campioni.
Riuscire a parlare e guidare un atleta nei primi anni 2000 e farlo ugualmente dopo un ventennio è solo da special one.
Sarà bello incontrarti José, ci si vede domenica.
Pedagogista dello Sport