Di Vincenzo Famiglietti

Sembrava tutto facile. Troppo. Il Sassuolo era sì una squadra in gran spolvero ma si è presentata a Napoli con una rosa falcidiata. Ecco anche perché il Napoli partiva in pole nei pronostici. Poi il campo ha ribaltato tutto. Come spesso accade.

L’alibi: alcune controverse decisioni arbitrali. Spicca un’evidente trattenuta ai danni di Osimhen, inziata da fuori area, quindi non era rigore, ma non è stata neppure sanzionata. Pochissimi attimi dopp,o il gruppo De Zerbi ha raddoppiato. Un episodio che ha avuto il suo pes,o ma che non basta ad assolvere il Napoli dalle gravi reponsabilità di una scolorita serata..

Le accuse: il Napoli preso a martelate dai pimpanti emiliani è stata una squadra moscia, disorganizzata e soprattutto disorientata. Per lunghi tratti è parso di rivedere il Napoli del mai compianto Carlo Ancelotti: tanta confusione in campo, idee altalenanti, chi aveva la palla fra i piedi non sapeva spesso cosa farsene. Ineffiacia in fase propositiva. E tanta confusione.

Difetti ricomparsi dal libro degli incubi, contro il Sassuolo: manovra troppo macchinosa e lenta. Gioco imballato. Ne è lo specchio lo scarso numero di palle gol create dagli azzurri, che di solito-storicamente- fanno il tiro al bersaglio.

Mettiamoci un altro alibi: il gruppo Gattuso può essere un po’ stanco. Giovedì sera si è spolmonato per espugnare San Sebastian. E l’Europa League è una competizione logorante, proprio perché si disputa a ridosso del fine settimana. Per contro, il Napoli dispone di una rosa abbastanza lunga e attrezzata per essere competitivo su più fronti. Inoltre, alcuni dei suoi gioielli sono molto giovani e nonostante la preparazione bislacca dovuta alla pandemia non possono essere del tutto assolti per un leggero picco di acido lattico.

Un caso, forse è esagerato definirlo tale, ma non è illogico puntualizzarlo: il campioncino Osimhen da un paio di gare è impolverato. Corre, lotta, ha un cuore grande ma concretizza poco. E segna di meno. Appena un gol in 5 partite di campionato. Poco. Sulle prime appariva già maturo, oggi è un po’ più acerbo di quanto si pensasse.

Insomma, Ancelotti è grazie al cielo ben lontano da Castelvolturno, ma per una sera si è avvertito il malanno del suo Napoli. Sarà pure una provocazione, ma un piccolo segnale d’allarme risuona. E’ il secondo kappao stagionale nel giro di pochi giorni, in casa, dopo quello con gli sfavoritissimi olandesi dell’AZ. Non è crisi certo, ci mancherebbe, ma di sicuro emergono sintomi di evidente disontinuità. E di gioco, e di concretezza e di testa. Argomenti sui quali Gattuso avrà molto da lavorare nei prossimi giorni.

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