Cronaca post gara. Domenica amara ma vera. Usiamola in maniera costruttiva. Scriviamo nei minuti che precedono la conferenza stampa di Conte. Non sarebbe opportuno attendere. Quel che dirà il mister, non sposterebbe di un centimetro l’idea che da tempo portiamo avanti.
Lo precediamo e tentiamo di far un’analisi che tiene da parte il risultato, la classifica ed i voli pindarici che parlano di garanzie finali. Se il Napoli è un cantiere, l’Atalanta è un quartiere residenziale.
Altrettanto, se il Napoli è un cantiere, l’Atalanta è l’azienda che può competere lo scudetto all’Inter. Gasperini, in conferenza non sfugge alla domanda. “Con 27 gare così non ci si può nascondere”.
Con onestà, Gasperini, tecnico eccellente, vince e vince nettamente. Sebbene il Napoli non sia mai imploso, mai è parso capace di rimetterla in via di recupero. Gasperini insomma batte nettamente Conte per gioco, collettivo, idee di gioco ed organico.
L’Atalanta di “piccolo” ha soltanto lo stadio.
“L’ Atalanta è più tutto, semplice” dirà Conte.
I Bergamaschi, per chi lo avesse dimenticato, sono campioni d’Europa in carica e programmano il Presente da un decennio. In Champions e non per far viaggi.
“Sono una Realtà”, dice Conte.

È pronta. Pronta per giocarsi il titolo italiano.
Della gara ne parleranno i colleghi più attrezzati.
Come ogni domenica ci soffermiamo sul tema azienda-organizzazione.
Il Napoli, primo in classifica anche alla fine di questo turno, proprio come sostiene Antonio Conte, questa Piazza è in costruzione anzi in ricostruzione. Fondamenta.
Cantiere. Anno zero o poco più.
Risultatista ci sarà lei.