Una azienda che ha soldi ricapitalizza, una che non ne ha molti a disposizione, pensa.
In sintesi il rapporto Juve-Napoli.
La crisi Juve viene da lontano. Il rinnovamento Napoli 5.0 lo stesso. Idee di far azienda differenti per mercati differenti.
La Juventus vista ieri a Monza deve insegnare qualcosa alla banda Spalletti e alla macchina De Laurentiis.
I risultati lo dicono in maniera inequivocabile.
Era il momento giusto per avviare, anzi completare, il disegno di rinnovamento aziendale.
Le scommesse stanno pagando, è presto ma le scommesse sembrano tutte ben fatte.
Serve far i complimenti a chi ha attuato la strategia di ricollocazione strategica.
Gli uomini di De Laurentiis hanno prodotto uno sforzo importante e redditizio.
Il campo lo sta dicendo.
Il Meazza l’ha notato.
Kim oltre le aspettative.
Kvaratskhelia fa capitolo a sé. Lobotka ed Anguissa, realtà a carattere europeo. Meret ritrova la nazionale con Zerbin e gli fanno compagnia Raspadori ed uno scintillante Politano.

Pratico, essenziale e coraggioso è il Napoli 5.0.
È piacevole assistere a questo tipo di evento. Poco da perdere e tanto, tantissimo, da guadagnare. La sensazione è che molti temano la banda partenopea.
Si diceva di Juventus e capitali. Stiamo imparando come non serva essere ricchi sfondati per vincere. Probabilmente serve per far bella figura al ballo di fine anno ma per ora dimostra che servono maggiormente le idee.
Idee chiare.
Di Maria, Pogba ed altri cento, non fanno le buone idee che si possono creare quando c’è veramente bisogno.
Kvaratskhelia è un’idea.
Kim lo è. Lobotka ed Anguissa lo sono state. Simeone è un’idea altrettanto. Lo sono Raspadori e Ndombele che minuto dopo minuto sembra prender confidenza con la banda.
Il calcio non può prescindere dai soldi. È business ma un business senza idee è solo Monza-Juventus.