“Questo è un altro capolavoro tuo, il più riuscito” (Eduardo)
“Altro che il luna park, altro che il cinema, altro che internet, altro che l’opera, altro che il Vaticano, altro che Superman, altro che chiacchiere, il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi…” (Jovanotti)
“Mater semper certa est, pater numquam”.
Per la verità quest’ultima massima andrebbe aggiornata, anche perché i nostri padri latini non potevano prevedere l’avvento del DNA. E, fortunatamente per loro, nemmeno del calciomercato. Del calciomercato del Napoli in particolare. Vi ricordate delle estenuanti trattative per Mascherano, per Gonalons, per Soriano, per Verdi? Scordatevele. Certo in alcuni casi qualcuna di quelle estenuanti trattative, come per Inler (presentato in maschera da leone) e Maksimovic (strappato dopo tre anni a Cairo e poi spedito a svernare a Mosca), andò pure in porto. Anche se sarebbe opportuno scordarsi soprattutto di quelle. Circa un mese fa cominciò a circolare sul web una divertente parodia di quello che sarebbe poi diventato “l’affaire Verdi”. Molti se ne sono attribuiti la paternità. Io l’ho letta su diversi siti, su alcuni gruppi FB e su molte home page. L’ho sentita pure declamare in televisione. Nessuno però si sarebbe mai sognato che la realtà superasse, e di molto, la fantasia. L’autore della ricostruzione di quella trattativa (pater) resta ignoto. La fantasia (mater) è certa. I maligni dicono che si tratta di trattative fantoccio. Affari civetta. Fake business si potrebbero definire nell’era del web. Noi tifosi napoletani ci siamo abituati. Ci abbiamo fatto il callo. E pure la trippa. Pochi ricordano quale fu la prima di quelle sceneggiate: il ricco americano Deciocavallo che torna in Italia alla ricerca di un buon “bisiniss” e finisce per comprarsi la fontana di Trevi. Si voleva comprare il Napoli il buon Aurelio, prima del fallimento. Si fece presentare dal suo quasi compaesano ex presidente del Napoli, molto amato dai tifosi (ci portò Sivori e Altafini), l’indimenticato e compianto Roberto Fiore. Un personaggio però, con tutto il rispetto, forse troppo “palummelliano” per essere credibile al cento per cento. Quando Aurelio si rese conto a cosa stava per andare incontro, se ne scappò di notte. Sta ancora fuienno, come diciamo noi. Meglio sedersi sulla sponda del fiume e aspettare. Per la cronaca, poi il Deciocavallo di turno lo si trovò per davvero. Ma questa è un’altra storia. Adesso ci dobbiamo solo fare capaci che Ounas è meglio di Politano, che Machach a Verdi non se lo vede proprio. I cantori hanno cominciato l’opera di convincimento un secondo dopo la chiusura del calciomercato. Speriamo ardentemente che abbiano ragione. Non sarebbe la prima volta che Aurelio ci avesse visto giusto.
Giornalista