I primi cento tifosi napoletani, colpiti dal divieto di accesso allo Juventus Stadium in occasione del tanto atteso match tra Napoli e Juventus, sono pronti a scendere in campo per chiedere giustizia. Dopo essere stati esclusi ingiustamente dall’evento sportivo, hanno deciso di intraprendere un’azione legale per ottenere il rimborso del biglietto annullato e un risarcimento per i danni morali, patrimoniali e di immagine subiti.

L’accaduto ha suscitato grande indignazione tra i supporter partenopei, che si ritrovano vittime di decisioni che sembrano sfuggire alla logica e al buon senso. Il problema risiede, secondo molti, nell’incompetenza degli organi predisposti all’ordine pubblico. La gestione delle misure di sicurezza, a detta dei tifosi, sarebbe stata carente e frettolosa, tanto da portare al divieto di accesso senza alcun fondamento solido.

“Non sapendo come garantire l’ordine pubblico, vietano l’accesso con estrema facilità, spalleggiati da politicanti altrettanto incompetenti” si legge in alcune dichiarazioni dei sostenitori del Napoli. Ci troviamo, secondo molti osservatori, di fronte a un paradosso: per far rispettare la legge, si finisce per andare contro la legge stessa, adottando modalità che appaiono in contrasto con i principi costituzionali.

Il caso sta sollevando interrogativi anche sul piano politico e istituzionale. Si spera che questo episodio segni un punto di svolta nella gestione dell’ordine pubblico negli eventi sportivi. Tuttavia, per molti la speranza di un reale cambiamento sarà possibile solo quando chi ha responsabilità pagherà con la propria posizione.

Il malcontento cresce, e i tifosi napoletani non sono intenzionati a fermarsi.