Diario Pandemico Sorrento vs Italia.. mercoledì 1 Aprile 2020. 23⁰ giorno di tanti (c. a. D. e S. A. – Con l’aiuto di Dio e Sant’ Antonino) Quando l’Italia chiama Sorrento, ai tempi del coronavirus risponde così; con ordine rigore e diligenza, grande senso di responsabilità, ora ancora di più. Noi ce la faremo.
Sorrento si riappropria di se stessa, città vuota, respirano i palazzi, gli alberi, le strade, i viali, le piazze, i nidi, le scuole, i parchi gioco.
Parchi gioco cittadini sempre chiusi ( e fanno bene).
Qualcuno si sta domandando come si sentono, cosa provano, come ne usciranno i nostri figli? a volte li trattiamo da adulti, pretendiamo lo stesso rispetto delle regole, la stessa comprensione, se non poi trattarli con sufficienza.
Uscite si uscite no, da ieri sera tutti che si scannano su Fb per il si o per il no.
Ma dovremmo preoccuparci del dopo di quello che succederà ai nostri figli, semplicemente non ci sono oggi nell’emergenza, perché non c’erano ieri.
Non ci sono quando non incrementiamo gli asili nido, quando non rendiamo obbligatoria la scuola dell’infanzia così importante per la loro formazione, quando non allunghiamo il tempo scuola, non forniamo spazi ricreativi, quando non sovvenzioniamo i centri socio-educativi o si tagliano i servizi sociali.
Quando non si curano spazi verdi nelle città o parchi gioco, per loro.
Quando nelle scuole non viene promossa l’attività fisica e fare un corso extrascolastico di nuoto ti costa un rene. Quando nelle scuole manca la semplice carta igienica.
Quando, sempre nelle scuole non ci sono l’ obbligo dei pedagogisti o delle pedagogiste.
Quando per dare una diagnosi di disturbi dell’apprendimento nelle strutture pubbliche devi aspettare due anni e forse anche più.
Anche loro assorbono le nostre paure, hanno paura del covid, lo associano ad un pallone che viene calciato ovunque, hanno paura di riandare al parco e di rincontrare i loro amichetti, gli è vietato vedere i nonni, sognano di essere Harry Potter e di inventare una pozione magica che salvi il mondo, ma immaginiamo quando riprenderà la scuola e nessuno di loro potrà stare vicino vicino all’ amico del cuore, il distanziamento sociale ed affettivo sarà decretato.
I bambini hanno un costo e noi non siamo intenzionati a pagare quel costo, o meglio non noi, ma chi governa noi.
Il problema è che questo prezzo lo pagheremo loro e sarà molto alto, più alto di quello che immaginiamo in termini di futuro, perchè loro sono il futuro.
Oggi un cielo azzurro splende su noi, ma noi vogliamo vederlo nonostante tutto ancora più Azzurro come l’ Italia. W l’Italia ma quella bella educata, rispettosa e rispettata…la nostra Italia.
Mariafrancesca Gargiulo
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