Mercato Napoli, voto 3. Ben inteso: è il voto al mercato, non alla squadra che resta molto forte. Ma c’erano alcuni buchi da colmare, e non è stato fatto. Non ci interessa in questo momento capire perché sono avvenute certe cose, il voto al mercato è oggettivo, frutto delle operazioni fatte. Il Napoli aveva bisogno di rinforzarsi sostanzialmente in due ruoli: serviva un esterno basso, ed un attaccante in grado di poter far rifiatare di volta in volta uno dei tre attaccanti. Non è arrivato nessuno. L’unico movimento nella rosa è stata l’uscita di Maksimovic. Non un titolarissimo, e neanche una prima scelta tra i panchinari. Sta di fatto che Maksimovic è andato via, e Tonelli, che veniva dopo Maksimovic nelle gerarchie di Sarri, è scalato di un posto. E’ andato via anche Giaccherini, che non giocava mai, ma non è stato sostituito.
Per l’esterno basso c’è un alibi: Ghoulam ha recuperato molto prima di quanto non fosse lecito attendere, ed ha un senso non aver preso nessuno, fermo restando che il Napoli non ha preso nessuno non per questo motivo.
In attacco le cose stanno esattamente come prima, peggio di come non fossero ad inizio stagione, quando c’era Milik, il cui recupero è ancora di là da venire.
Il Napoli esce da questo mercato, sulla carta, più debole di come lo aveva iniziato. Poi magari, lo speriamo, vincerà lo scudetto. Ounas improvvisamente diventerà un fenomeno. Magari Zinedine Machach, preso per occupare una casella da extracominitario, diventa il nuovo Cabrini. Ma è un mercato senza senso.
Si dirà: non è colpa di nessuno se Verdi non è voluto venire, Younes ha problemi di famiglia, il Sassuolo non ha voluto vendere Politano, e via discorrendo. Rispondiamo: e chi se ne frega. Non sono venuti e basta. Verdi ha fatto perdere 20 giorni, bastava chiarire tutto prima. Non esiste essere arrivati al 15 gennaio per una trattativa chiusa 20 giorni prima. Politano lo stesso. Ora che sia stata la Juve o il Sassuolo a decidere di non vendere, alla fine il giocatore non è arrivato. Quanto a Younes, a meno che la notizia della gravissima malattia del nonno non sia arrivata domenica sera, uno fa fatica a pensare che sia questo il vero motivo.
Si è parlato anche di Klaassen, e dei problemi per i diritti di immagine. Fermo restando che si fa fatica a capire questa insistenza sui diritti di immagine che non fruttano nulla, trattandosi di una strategia societaria non entriamo nel merito. Solo che poiché esiste il problema si deve agire di conseguenza: inutile sbattersi nelle ultime ore di mercato, le operazioni vanno chiuse al massimo una settimana prima. Non è il primo giocatore col quale la stesura del contratto prende tempo, motivo per cui se non si vuole cambiare, ci si regola di conseguenza.
Altra cosa: non può essere un alibi per chi fa mercato il fatto che i giocatori non vogliano venire perché Sarri non fa mai turnover. Premesso che non è vero, e che i giocatori di cui Sarri si fida giocano praticamente in tutte le partite, non è che ci sono molte alternative. O si prendono giocatori più forti di quelli che ci sono (magari non serve prenderli più forti, basta pagarli meglio) o si cambia allenatore.
Ma queste sono valutazione che deve fare la società. A noi non resta che analizzare le cose dall’esterno: e l’analisi di questo mercato porta a dire che il Napoli esce indebolito. Peggio di due anni fa, quando con la squadra in testa alla classifica arrivarono Grassi e Regini. Stavolta non sono arrivati neanche loro. Attenzione: bocciatura al mercato. Non abbiamo detto che la colpa è di De Laurentiis che non ha voluto cacciare i soldi, di Giuntoli che non è buono, o semmai di Sarri che non sa gestire il gruppo. Abbiamo indicato il peccato, non il peccatore. Anche perché alla fine quello che conta è il risultato, non la ricerca dei colpevoli.
Giornalista