Il Napoli visto all’esordio somiglia molto alla squadra dominante dello scorso anno. In effetti, ha schiantato le resistenze del Frosinone con un calcio diretto e verticale. Ideale per esaltare un bomber famelico come Osimhen. Nondimeno, gli azzurri hanno palesato qualche piccolo interrogativo al cospetto dei ciociari. La sensazione che l’approccio all’avversario sia cambiato, specialmente in termini di pressing aggressivo, sostituito con un atteggiamento più attendista, dovrà quindi essere pesato e valutato già domenica contro il Sassuolo.
La probabile formazione
Dionisi ha trovato le sue certezze nel 4-2-3-1. Presumibilmente orienterà il piano gara sul controllo del pallone. Del resto, quando hai in rosa centrocampisti dal baricentro basso, in grado di palleggiare sul breve, piuttosto che mezzali da strappo e inserimento, è facile affidarsi al doppio pivote. Matheus Henrique e Maxime Lopez gestiscono il giropalla con sicurezza, ragionando anche in situazione di grande pressione. Dunque azzardano poche volte la giocata, oppure forzano l’imbucata verticale.
A trarre beneficio dal sistema col trequartista, l’albanese Bajrami. L’ex Empoli è deputato a muoversi liberamente, cercando spazi vitali tra le linee, smarcandosi dietro ai centrocampisti altrui. In alternativa, si abbassa, per ricevere nei piedi lo scarico dai metodisti. Raramente si defila, perché mancando un giocatore che poi si butta dentro con prepotenza, il vuoto che si genera sui lati difficilmente verrebbe occupato efficacemente.
Perdurando l’incognita mercato legata a Berardi, che sembra destinato finalmente a coronare il desiderio di misurarsi con una “Big” (la Juventus), al debutto in campionato con l’Atalanta, alle spalle dei terzini avversari, hanno lavorato Defrel a destra e Laurienté sulla sinistra. Il primo proverà a dare una scossa alla fase offensiva, nonostante si prenda qualche pausa di troppo. Mentre il secondo rimane uno esterno produttivo come pochi quando si isola e punta l’uomo. Il suo stile glamour, fatto di conduzioni elettriche e continui cambi passo, l’ha reso tra i migliori dribblatori della Serie A.
Da centravanti agirà Pinamonti. Uno che magari partecipa poco alla manovra, offrendo un misero contributo nell’associarsi coi compagni. Però stressa il marcatore, facendo a sportellate. Usa bene il corpo, soprattutto per dilatare la distanza tra i centrali, tirandone fuori uno e allungando il collega di reparto in copertura.
I principi di gioco
Insomma, se le potenzialità con la palla sono interessanti, nella fase difensiva il Sassuolo dimostra un paio di lacune strutturali. Infatti, è incapace di aggredire alto con costanza: attuare questo tipo di pressing soltanto con due centrocampisti stimola l’avversario a esplorare proprio lo spazio alle spalle di Maxime Lopez e Matheus Henrique.
Inoltre, i neroverdi soffrono terribilmente i cambi di campo. Così, quando l’avversario ribalta in maniere repentina il fronte della manovra, costringe i due mediani a scivolare da un lato all’altro. Obbligandoli a sguarnire la zona centrale. Col rischio di difendere in sottonumero, gli esterni – dall’indole decisamente propositiva – devono snaturarsi e correre all’indietro, per tentare di coprire l’area di competenza.
In questo scenario, Dionisi dovrebbe dare ancora più importanza alla difesa posizionale, dove Viti ed Erlic rappresentano una coppia di centrali affidabile; con Toljan e Vina che sanno muoversi in sintonia a tutta fascia. In particolare, partecipando attivamente allo sviluppo in catena, che li coinvolge assieme a esterno e mediano di competenza.
Giocatori determinanti
Paradossalmente, una delle certezze cui potrebbe aggrapparsi il Sassuolo è il portiere: da settimane tiene banco la possibile cessione alla Lazio di Consigli, messo in ballottaggio con Cragno.
Lo storico estremo difensore neroverde è imprescindibile nel collaborare alla costruzione coi piedi. Altresì, il neo acquisto dal Monza, qualora tornasse ai fasti di Cagliari, apporterebbe dosi massicce di esplosività tra i pali.
Al “Maradona” dovrebbe giocare Consigli, ma alla lunga Dionisi dovrà necessariamente sciogliere questo dualismo.
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