Stadio semivuoto, tifosi sempre più arrabbiati con i giocatori, domenica passata davanti alla televisione guardando un film in streaming piuttosto che la partita della squadra del cuore, questo è il 2021.

Il Grande Sogno

Un coro del Napoli recita ” Abbiamo un sogno nel cuore, Napoli torna campione”, una speranza che i tifosi azzurri rincorrono da anni insieme a quegli undici ragazzi diventati oramai solo merce di scambio o meglio moneta vivente.

Chiunque da bambino, sulle pareti della propria cameretta, aveva il poster del calciatore preferito, con affianco la bandiera della squadra del cuore. Tutto si incentrava sul calcio, che non era un semplice gioco, era il sogno nel cassetto, in modo particolare nella città del Vesuvio che viveva del gioco del Napoli, perché era una fede il cui tempio oggi si chiama Stadio Diego Armando Maradona.

I bambini si riunivano per le strade della città giocando tutti insieme, utilizzando una strada come campo da calcio e le panchine come porta in cui fare goal. Certo non erano lobotomizzati nelle proprie camerette con i giochi elettronici.

Cos’è oggi il calcio, cos’è oggi il Napoli?

Perché oggi i tifosi si stanno allontanando dalla propria squadra? Dov’è finito quel sogno che da bambini faceva divertire? Perché solo gli stadi del Nord Italia sono sempre al completo di tifosi che inneggiano cori a sostegno della propria squadra? Forse la chiave di lettura del problema si trova proprio dentro lo stadio di Fuorigrotta. Uno stadio che pezzo dopo pezzo sta crollando proprio come la squadra che non è sostenuta da colui il quale l’ha acquistata: Aurelio De Laurentis.

Aurelio De Laurentis: il vero avversario del Napoli

Ebbene si, probabilmente il vero avversario del Napoli è proprio ADL il quale preferisce creare disordine nello spogliatoio, inducendo i giocatori ad andare via, piuttosto che investire sulla rosa aiutandola con l’acquisto di giocatori potenti.

L’ultimo caso è quello di Insigne, napoletano DOC, innamorato della sua città e della sua squadra, il quale sta valutando di trasferirsi in America pur di guadagnare quanto gli spetta, si perché la proposta di contratto di ADL sfiora i limiti dell’arlecchinesco.

Un titolare del calibro di Insigne, nonché uno dei volti principali della vittoria dell’Europeo, non può essere mandato via. D’altronde più si vince e più aumenta il valore del giocatore. Valore che ADL non vuole spendere. Ed è in questo momento che entra in gioco il piano segreto, il tradimento.

Il Tradimento

Cavani, Lavezzi, Higuain sono i nomi più ricordati per essere fuoriclasse che hanno dovuto abbandonare l’SSC Napoli, odiati dai tifosi azzurri, ma in realtà utilizzati come capro espiatorio.

Perché hanno lasciato la squadra del Golfo di Napoli? Per trasferirsi in società più grandi, più potenti, che vincono. Società in cui i presidenti spendono fior di quattrini anche a costo di perdere importanti somme di denaro, tentando il tutto per tutto, senza paura, utilizzando anche i soldi nascosti sotto il materasso pur di acquistare giocatori di alto livello. Tutto per vincere e soddisfare i propri tifosi.

Tifosi che ADL non ha mai rispettato, preferendo il business che circonda il calcio e la cinematografia, alla fede calcistica.

Oggi è il turno di Insigne che sarà additato come il prossimo Giuda del Napoli che lascerà la sua squadra per soldi. Non è così. Qualora Insigne dovesse prendere la decisione di lasciare la squadra azzurra sarà solo per la volontà di ADL che non vuole riconoscere i meriti del centrocampista, inducendolo a preferire squadre dell’altro capo del mondo.

“Il Napoli non è una squadra di calcio, è lo stato d’animo di una città.”

A questo punto la domanda sorge spontanea: Quando ADL deciderà di essere riconoscente alla tifoseria azzurra, unendosi insieme al popolo di Napoli nel grande sogno chiamato scudetto? Si perché da quando ADL gestisce il Napoli certamente i bilanci sono aumentati, ma le vittorie si contano sulle dita di una mano: Due Coppe Italia e Una Super Coppa Italiana.

Speriamo che in questo periodo di pandemia, in cui anche il calcio è stato costretto a fermarsi, in cui i giocatori hanno dovuto disputare i match senza il sostegno dei tifosi, i massimi dirigenti della società azzurra capiscano cosa significa il valore di tutti coloro i quali hanno avuto un sogno chiamato Napoli. Chissà se questa non sia la volta buona che il Napoli non venga più trattato come un’arancia da spremuta, ma come una società seria, rispettabile e soprattutto meritevole dell’amore dei figli di Partenope.