“Dove eravamo rimasti” tuona Enzo Tortora.
Napoli operaio abbiamo detto.

“Ho con me un folto numero di Uomini”. Aveva ribattuto il termine Conte. Uomini e non altro. Per usare un eufemismo.
Quelli visti ieri, al Maradona, sono uomini.
Non nel senso machista del termine. Non quelli da muscoli in mostra, spada, elmo e scudo, piuttosto, gente intelligente.
Calata perfettamente nel ruolo. Un passo indietro ed un bagno d’umiltà.
Verona ha scosso le fondamenta.
Momento critico, via il blasone dentro una sana praticità.
Scurdamnec o’passat, simm e’Napule…Paisa’.
Mettiamo da parte lo scudetto, il Napoli spallettiano e per davvero ripartiamo da zero.
Sembra di sentire Troisi.
“Tre cose mi son riuscite nella vita…”
La quarta è probabilmente la più alta delle virtù.
Ricominciare dal principio.
Lo ha fatto Conte accettando una panchina scomodissima, lo ha fatto Kvaratskhelia che, rimasto a Napoli, ha tracciato il solco dei campioni.
Napoli – Bologna 3-0 è praticamente sua per intero. Senza Kvicha, il Napoli di ieri, sarebbe stato poco più che discreto. Il risultato è largo per il Napoli. Attenzione ad una repentina illusione.
Il Georgiano ha nelle sue corde, un cambio di scena da palcoscenico Champions.
Chiudesse ora il mercato. Blindasse ora il 77 De Laurentiis.