Quando, con la solita alterigia, the head of comunication, Nicola Lombardo aveva presentato la conferenza di vigilia di Anfield Road, dirimendo le possibili domande circa l’ammutinamento, alzi la mano chi non aveva pensato che avremmo ascoltato le solite dichiarazioni di facciata. Ed effettivamente così sarebbe stato se un grido di Ancelotti non avesse spezzato il vuoto del canonico rito della domanda inutile per altrettanta
risposta.
“Il silenzio dà voce a chi parla a vanvera”. Ed è proprio la sintesi perfetta del motivo per cui il presidente dovrebbe metter da parte l’orgoglio, fare un passo indietro, e mettere al bando questa autoflagellatoria crociata imbastita verso la squadra.
Alzino ancora la mano e la voce tutti coloro che avevano invocato l’epurazione di massa nel gelido gennaio.
Alzino ancora la mano e la voce quelli che supportando il repulisti aureliano, imputavano allo scarso impegno della squadra, la crisi del Napoli. Od anche i sedicenti opinionisti e giornalivendoli che non perdono inchiostro nel tracciare giustificazioni persino alle offese pubbliche del delfino Edo.
Il risultato sarebbe uno stuolo infinito di ominidi con le mani in cielo e senza voce.
La serata di Anfield Road spazza via le incertezze circa l’unità di intenti, la coesione del gruppo, la fiducia nell’allenatore, che erano affiorate come bubboni virulenti nelle nostre coscienze da tifosi.
Il punto conquistato sotto la Kop è indubbiamente il più significativo degli ultimi cinque. Perché il Napoli regala una prestazione solida, gagliarda, di carattere. Si riconferma avamposto inespugnabile per gli imperscrutabili campioni d’Europa che, pur dominando per supremazia territoriale e possesso palla, non si
rendono mai davvero pericolosi, con Meret quasi inoperoso, bucato solo da palla inattiva dalla zuccata di Lovren che elude la difesa a zona ancelottiana, e che recupera lo svantaggio acquisito dalla bellissima rete siglata dal sempre più eurobomber folletto belga, innescato dal diligente Di Lorenzo, nelle insondate vesti
di ala destra.
Adesso la palla rimbalza per noi: battendo il Genk, il Napoli ha concrete possibilità di approdare da primo agli ottavi, con il Liverpool che dovrà sudare per conquistare almeno un punto contro i giovani austriaci del Salisburgo.
I più prodighi oltranzisti, sobillatori lollardi ci racconteranno che Mertens non abbia esultato perché in protesta verso la società, e che Insigne non sia partito per Liverpool per preparare le valigie per un viaggio senza ritorno.
E sarà pur vero, ma a chi interessa? Io alzerò le mani e la voce e non la perderò, e con un colpo di sciarpa, di bandiera, labaro o striscione, vorrei cancellare questa triste nenia che abbiamo ascoltato.
È giunto il momento di cantare uniti come un in un coro e raddrizzare la stagione.
Pur incedendo verso l’inverno, “il disgelo è già in corso”.
Luigi D’Andrea