Finora il campionato del Napoli è stato per definizione altalenante. Forse perché i tanti infortuni hanno impedito a Gennaro Gattuso di trovare la fisionomia definitiva alla sua squadra.
Al netto di tutti i problemi che ne hanno angustiato la stagione, tuttavia, gli azzurri distano solo tre punti dal quarto posto, occupato in coabitazione da Juventus e Atalanta.
Chiaramente, rimanere agganciati al treno che porta alla Champions League resta l’obiettivo primario da perseguire.
E se, con la vittoria nel derby, i partenopei hanno dato comunque l’impressione di essere in una delle loro giornate migliori, resta da risolvere l’annoso dilemma, che ne ha caratterizzato un po’ tutta l’annata.
In sostanza, tifosi e addetti ai lavori si interrogano se sia davvero il caso di fidarsi della partita con il Benevento. Oppure la prestazione di ieri pomeriggio, confortante per intensità e organizzazione, debba essere considerata del tutto occasionale.
Gli ostacoli del Napoli nella corsa alla Champions
Ecco, i prossimi appuntamenti serviranno proprio a capire cosa aspettarsi dal Napoli. Una ritrovata continuità, piuttosto che il classico fuoco di paglia.
E’ innegabile che alle squadre attardate in classifica, costrette dunque ad inseguire, venga chiesto di mantenere un rendimento tutt’altro che ondivago. Alternare cadute fragorose a risultati roboanti non può essere più giustificato. A questo punto del girone di ritorno, basterebbe veramente poco per farsi risucchiare verso il basso.
Anche perché, alle spalle delle cd. Sette Sorelle preme un’ambiziosa middle class: Sassuolo e Verona. Alle due rappresentanti della borghesia manca, ovviamente, qualcosina in termini di qualità diffusa della rosa.
Eppure, sono avversari da prendere con le molle. Specialmente se l’interpretazione dell’evento agonistico dovesse essere inadeguata e superficiale. Ne sanno qualcosa gli azzurri, che hanno già pagato dazio contro gli scaligeri, a causa di un approccio supponente alla partita.
Guarda caso, il turno infrasettimanale vedrà impegnato il Napoli al Mapei Stadium. Sarebbe inaccettabile affrontare la trasferta in Emilia senza la giusta dose di cinismo e concentrazione. All’andata, peccando di lucidità sotto porta, fu spianata la strada alla squadra di De Zerbi per espugnare Fuorigrotta.
Le difficoltà di chi rincorre, trasformate in opportunità
Se bastassero solamente i due gol rifilati ai sanniti per certificare una rinnovata consapevolezza nei propri mezzi, allora il Napoli avrebbe decisamente risolto i suoi equivoci circa la mancanza di fluidità nello scorrimento del gioco.
O meglio, di perfetta aderenza tra le idee di Gattuso e le caratteristiche tecnico-tattiche degli uomini che ne compongono la rosa. Nondimeno, la doppia cocente eliminazione dalle Coppe potrebbe agevolare il lavoro di Ringhio.
Paradossalmente, infatti, se una società ambiziosa non può certamente tollerare che la sua guida tecnica aneli alla cd. “settimana tipo”, giunti alle soglie della primavera bisogna adattarsi e fare di necessità virtù.
In altre parole, obbligati a fossilizzare energie ed attenzioni nervose esclusivamente nella rincorsa al quarto posto, gli azzurri potrebbero sfruttare a loro vantaggio il fatto di non avere altre “distrazioni”. Sia ben inteso, una circostanza giustificabile soltanto per questo scorcio di campionato e non in assoluto.
Altrimenti si tornerebbe indietro di chissà quanti anni, ad un provincialismo che poco si addice al brand. Nonché alla voglia della società di mantenere intatte le proprie ambizioni, tanto in Italia, quanto in Europa. Magari con obiettivi parzialmente ridimensionati. Ma sempre funzionali a rimanere nell’alveo dei Top Club.
In definitiva, la capacita di reazione di Gattuso e della squadra passa per il recupero di infortunati e lungodegenti. Sperando che la lunghezza dell’organico non venga intaccata dal Covid. Quantitativamente, gli azzurri hanno sacrificato un mucchio di punti sull’altare delle assenze.
In ogni caso, il ritorno da protagonisti sulla scena di Mertens e Ghoulam lascia ben sperare circa la qualità delle opzioni a disposizione dell’allenatore partenopeo.