C’è apprensione in casa Napoli, chiamato a fare i conti con la probabile assenza di Matteo Politano per la trasferta di Genoa.

Nell’amara serata dell’esordio di Spalletti sulla panchina dell’Italia, infatti, l’esterno dei Campioni d’Italia ha subito un infortunio di natura muscolare – risentimento al tricipite surale -, che l’ha obbligato a lasciare il ritiro della Nazionale, e rientrare anzitempo in sede, disertando la sfida di stasera con l’Ucraina.

Una grana per Garcia, chiamato a risolvere il problema in ottica campionato. Sabato sera, infatti, la squadra partenopea sarà di scena a Marassi. E il tecnico francese deve trovare la soluzione migliore per coprire lo slot di offensive player destro.

Abbondantemente sotto la sufficienza, il rendimento di Politano contro la Macedonia. Niente velocità o dinamismo, tantomeno giocate ambiziose. Forse il peggiore della prima linea: non ha mai saltato l’uomo, lasciando assai a desiderare anche nel gioco in catena con Di Lorenzo. Manchevolezze che l’hanno progressivamente estraniato dalla manovra.

A parziale scusante di una prestazione decisamente deludente, la mancata assistenza dei compagni. Lui che generalmente è un catalizzatore, ha bisogno di essere stimolato continuamente, quindi toccare un mucchio di palloni per accendersi.

Sul versante opposto, invece, Elmas s’è proposto con grande personalità. Una prova di coraggio e spessore, in grado di esaltare il modo di interpretare atipicamente il ruolo di laterale nel tridente d’attacco. Duttile come pochi. Un po’ trequartista, quando stringe la posizione, e facilita il mantenimento del possesso, collaborando pure nella gestione dei ritmi. E poi tanta verticalità, emanazione diretta di situazioni da sviluppare in ampiezza.

Peccato che almeno finora l’allenatore del Napoli abbia dimostrato scarso interesse per le qualità del macedone, concedendogli una manciata di minuti, in una presenza su tre…

Razionale usare Lindstrom

Ovviamente, le caratteristiche di Lindstrom lo identificano come cambio ideale di Politano. Razionale, dunque, pensare ad un suo utilizzo con i rossoblù liguri.

Sicuramente meno dribblomane dell’ex Sassuolo e Inter, il danese però si inserisce perfettamente nello scenario tattico immaginato da Garcia. Perché si sposta non solo in funzione della profondità. Ma occupa gli half spaces, così da aumentare le linee di passaggio. E’ chiaro che una volta ricevuto palla, emerga l’istinto di saltare l’uomo, associato alla rapidità per lasciare l’avversario sul posto. 

La peculiarità del 4-3-3 disegnato dal nuovo titolare della panchina azzurra, sembra poter garantire maggior spazio a Raspadori. Un Napoli plasmato su principi che danno importanza a un calcio propositivo, seppur meno incentrato sul dominio del possesso, può nascondere i limiti di Jack.      

Paradossalmente, Garcia lo impiega da esterno. Nondimeno, le sue abilità risaltano di più quando non deve aprirsi in fascia. Bensì, muoversi tra le linee. Da sottopunta o raccordo offensivo, va in progressione, e spesso ricava qualcosa di buono. Comunque, che tipo di impatto possa avere come alter ego di Kvaratskhelia o Politano è ancora tutto da decifrare.

Insomma, apparentemente Lindstrom è proprio quel giocatore di sistema che può equilibrare la squadra nelle due fasi. E il match col Genoa potrebbe esserne la giusta controprova.     

© RIPRODUZIONE RISERVATA

RESTA AGGIORNATO SUL NAPOLI.

LEGGI ANCHE Caos Donnarumma: Meret (e gli altri portieri) si facciano trovare pronti

SEGUICI SUI PRINCIPALI SOCIAL: