Magari il settore giovanile del Napoli nelle ultime annate non è andato di pari passo con la Prima Squadra. Del resto, gli investimenti effettuati sul vivaio sono sempre stati decisamente parsimoniosi. Con il lavoro dello scouting azzurro, che comunque ha sempre pagato buoni dividendi. Almeno fino alle categorie Giovanissimi e Allievi. Nonostante questa strategia aziendale, che ha portato in dote due anni fa addirittura la sanguinosa retrocessione della Primavera, Gennaro Iaccarino potrebbe parzialmente riscattare la situazione. Il suo precampionato entusiasmante simboleggia la rivoluzione culturale avviata con il nuovo corso targato Antonio Conte. L’allenatore salentino, in queste prime amichevoli, ha inaugurato una politica funzionale a premiare impegno e qualità. Uno scenario in cui s’è calato perfettamente il centrocampista classe 2003.

Iaccarino ha giocato solamente una stagione da professionista, con il Monopoli. E’ rientrato alla base questa estate dopo la proficua esperienza a farsi le ossa in Lega Pro. Abbastanza per confermarne le potenzialità. Però non sufficienti a fare di lui logicamente già una stella. Anche se da ragazzino era considerato un po’ da tutti un talento precoce rispetto ai pari età. Poi un tremendo infortunio due stagioni orsono (la rottura di crociato e collaterale del ginocchio sinistro) ne ha frenato l’ascesa. Oltre a pregiudicare le possibilità di salvezza della squadra guidata all’epoca da un sovradimensionato Frustalupi. Incapace di esprimere una manovra adatta alle caratteristiche dei suoi uomini migliori. Lo storico “secondo” di Mazzarri aveva una visione alquanto superata del gioco, nient’affatto in grado di esaltare chi poteva garantire geometrie, in virtù di piedi educati e letture controintuitive.

Iaccarino è sopravvissuto al quel laboratorio di calcio legato a una visione nostalgica, fatto principalmente di corsa, palla lunga e pedalare. Non a caso, contro l’Egnatia, campione d’Albania, nella mezz’ora in cui ha giocato, nel secondo tempo, la leggerezza del suo pensiero tattico ha riempito gli occhi dei tifosi che assiepavano il “Patini”. Affascinati dallo stile sobrio nel gestire la regia, che gli ha permesso di limitare al minimo i rischi, senza forzare mai la giocata.

Il suo rendimento in questi test-match estivi ne certifica la faccia tosta. Ma se è comprensibile che il Napoli non possa ancora promettergli un posto nel roster, appare probabile che voglia assicurargli un prossimo futuro radioso. Cedendolo in prestito solo a chi volesse davvero dargli un ruolo centrale nella stagione che sta per cominciare.

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