Nella conferenza stampa di oggi pomeriggio, in due ore abbondanti, Aurelio De Laurentiis ha affrontato un mucchio di argomenti. Con la consueta maestria, è riuscito a catalizzare l’attenzione dei presenti. Nondimeno, se tifosi e addetti ai lavori pensavano che il presidente del Napoli li avesse potuti illuminare su quello che accadrà nel prossimo futuro, allora saranno rimasti certamente delusi.
Eppure, il produttore romano è stato davvero un fiume in piena. Palesando innanzitutto la sua considerazione nei confronti del nuovo tecnico partenopeo. “Ho sempre avuto grande stima di Spalletti, già da quando era in Russia lo chiamai ma mi disse che non poteva spostarsi. Difficile giocare contro lui, ha gestito situazioni difficili sia a Roma che all’Inter, ma lì le società non furono chiari. Comunque in entrambi i casi è stato bravo nella gestione delle difficoltà…”.
Altro tema di scottante attualità, il rinnovo del contratto del capitano. “Rinnovo Insigne? C’era la necessità di finire il campionato, poi il ritiro con l’Italia, non volevo incasinare la situazione. Non ci siamo proprio parlati. Ci parleremo a fine Europeo, ci si confronterà poi quello che sarà sarà...”.
A chi gli chiedesse maggiori delucidazioni sull’innovativo progetto di autoprodursi le maglie, ADL ha risposto con dovizia di particolari, motivando la sua decisione. “Ho deciso di farci da soli sponsor tecnico. Nike, Puma e Adidas lavorano 18 mesi prima, ci sono stati i blocchi in Cina. A un certo punto ho detto: “Ci metto la faccia”. Devi creare delle svolte, magari ci metti dei soldi ma hai creato una novità. Faremo una conferenza con Emporio A7 quando ho del materiale, perché non posso fare chiacchiere e sono in ritardo. Prima del campionato a Castel di Sangro potrei presentare le prime due. Secondo me dal 7 al 15 di agosto possiamo presentarle, se poi dovessi fare prima per un miracolo vi informerò…“.
Delusi, invece, coloro i quali speravano in una netta inversione di tendenza del Napoli nel settore giovanile. Le dichiarazioni di De Laurentiis sono una sentenza inappellabile. “O hai una cosa o un’altra”, ha argomentato, senza possibilità che le sue parole venissero fraintese piuttosto che male interpretate. Secondo il presidente partenopeo, se hai una grande squadra, non puoi avere pure un vivaio importante. E per sostenere la sua tesi, l’ha presa davvero alla larga. “Il primo anno di A giocammo l’Intertoto. Abbiamo sempre fatto una salita. Tutto questo salire forse vi ha illuso che avessimo il fiato per fare anche il vivaio. Ho chiamato Fienga della Roma, gli ho chiesto perché Grava mi dice che ci freghi i 14enni, bisogna venirsi incontro e rispettarci altrimenti io metto 4 James Bond per fregarti, ma che ci facciamo la guerra? Mi disse che interveniva. Ma i genitori dicono vado a Roma, mi levo da un territorio e creo per mio figlio un futuro, figuriamoci a Torino o Milano Empoli…“.
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