Fino alla sostituzione il rendimento di Lukaku contro l’Empoli era stato davvero una delusione. Al punto che in tanti, tra tifosi e addetti ai lavori, avevano pensato che Conte ne avesse prolungato la permanenza sul terreno di gioco troppo a lungo. Di fronte a quell’immagine tristissima in cui non c’era alcuna traccia della brutale fisicità, unita all’atteggiamento imbolsito di Big Rom, anche il suo mentore s’è convertito, alla stregua di San Paolo sulla via per Damasco. Con coraggio, l’Uomo del Salento ha preso una decisione forte.

Ma che cosa avrebbe potuto fare Simeone in uscita dalla panchina? Dopo qualche istante dall’aver messo piede in campo, El Cholito ha risposto al quesito, ricambiando la fiducia dell’allenatore. Si piazza all’altezza del dischetto e su palla vagante scarica un tracciante fortissimo: giocata totalmente coerente col proprio repertorio. Un peccato per i padroni di casa che sulla stoppata dei difensori sia Politano il primo a intervenire, intercettando il rimpallo. Pescando praticamente dalla spazzatura l’occasione per procurarsi il rigore vincente.

Eppure, dietro alla rappresentazione – sicuramente riduttiva – dell’attaccante ferocemente determinato, che ringhia a chiunque si frapponga tra lui e la porta, c’è ben altro. Apparentemente un giocatore solo garra e cattiveria agonistica, l’essenza dell’argentino rivela un’anima da centravanti moderno, che determina in area di rigore. Ma bravo pure nel raccordare la manovra e ripulire palloni scomodi. Oltre a creare spazi coi suoi movimenti negli ultimi sedici metri.

Simeone recuperato alla causa

Lo scorso anno i tre “fenomeni” che si sono alternati sulla panchina del Napoli lo avevano retrocesso nelle gerarchie dietro Raspadori. Hanno schierato Jack in tutti gli slot offensivi, addirittura da esterno (destro o sinistro). Perché è un profilo assai versatile. Ideale da schierare sulla trequarti, dietro la punta. In quella posizione, l’ex Sassuolo diventa devastante, spostandosi continuamente tra le linee a caccia dell’imbucata. Magari meno convincente da vertice alto del reparto.

Insomma, Simeone ha vissuto una stagione post scudetto veramente allucinante. E dava l’impressione di essere irrecuperabile alla causa partenopea. Conte invece ha risolto l’equivoco tattico e restituito al gruppo una risorsa importantissima. Oggi Simeone è un giocatore in fiducia, che non si accontenta di un minutaggio ridotto. Bensì, trova la sua dimensione cucendosi addosso l’etichetta di alternativa concreta a Lukaku. Ogni volta che entra, i suoi possessi producono un plusvalore.

Sembra quindi che ci sia poco da fare per il Torino, secondo i soliti “espertoni” di cose mercantili, interessato all’attaccante di scorta napoletano quando riapriranno le liste a gennaio. Simeone ha scelto di mettersi alla prova all’ombra del Vesuvio, piuttosto che cercare gloria e fortuna altrove. Così ha ricominciato a essere un centravanti spendibile in funzione delle ambizioni azzurre.

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