Mancano appena tre giorni alla chiusura del mercato estivo e la situazione in casa Napoli è tranquilla, fatta eccezione per un paio di sogni di mezza estate, finiti al momento in stand by.
A tenere impegnato Giuntoli, dunque, provvede la trattativa imbastita con il Como, per il prestito (secco) di Giuseppe Ambrosino.
Probabilmente, il diesse partenopeo aveva tracciato da un po’ questa strada. Non prima di averne valutato le potenzialità, aggregandolo al gruppo di Spalletti per l’intero ritiro.
La direzione sportiva, quindi, consapevole di quanto potesse essere rischioso interrompere il percorso di crescita professionale del giocatore, obiettivamente escluso dalle rotazioni, ha colto l’opportunità di cederlo temporaneamente.
Del resto, con gli ultimi arrivi di Simeone e Raspadori, gli spazi nel reparto offensivo si sono ulteriormente ridotti.
Il Napoli crede ciecamente in Ambrosino
Tuttavia, società e staff tecnico credono ciecamente in Ambrosino.
Non a caso, nella consueta conferenza stampa che aveva preceduto l’esordio in campionato contro il Verona, l’allenatore toscano ne tesseva le lodi: “Ha bisogno di far ancora un po’ di esperienza. Ma quando si gira in area e tira in porta, ha una bella castagna…”.
Qualche giorno dopo, nell’amichevole con la Juve Stabia, organizzata per presentare ai napoletani gli otto nuovi acquisti, davanti a 35 mila tifosi, ha concesso al gioiellino della Primavera un assaggio di grande calcio.
L’occasione per testare Ambrosino in un contesto diverso, lontano dalla sua comfort zone, si presenta al 77’, quando subentra al posto di El Cholito.
Ovviamente, chi sente la porta, è capace di rendersi pericolo a prescindere dall’avversario, sia esso un pari età piuttosto che lo scafato difensore di Lega Pro.
Così, alla prima palla utile, dopo nemmeno cinque minuti, arriva il gol proprio del bomberino originario di Procida, che risponde subito presente alle sollecitazioni dei compagni: ruba il tempo alla difesa delle Vespe, presentandosi a tu per tu con Russo, infilandolo poi con un destro incrociato sul secondo palo.
Sul Lario per rubare il mestiere
Adesso pare che l’attacco dei lariani possa arricchirsi del talentuoso centravanti classe 2003, cresciuto nel settore giovanile del Napoli.
L’unica remore a questa operazione è rappresentata dal fatto che là davanti i lombardi sembrano abbastanza completi, contando già su Cerri, Mancuso e Cutrone. L’ex di Milan, Fiorentina ed Empoli, tornato nella sua città natale dal Wolverhampton per sposare l’ambizioso progetto che finora ha coinvolto due star della pedata: Thierry Henry e Cesc Fabregas, entrati in società come azionisti, seppur con una quota di minoranza.
Insomma, se l’idea è quella di favorirne la piena maturazione, la possibilità di “rubare” con gli occhi il mestiere a questi marpioni della cadetteria non appare affatto campata in aria.
Chiaramente, come la stragrande maggioranza dei debuttanti, inizialmente il minutaggio sarà limitato. Ma Ambrosino non dovrà commettere l’errore di intristirsi. Il segreto per scalare posizioni dal fondo alla panchina resta sempre lo stesso: farsi trovare pronto e buttarla dentro.
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